IL MIO PRIMO VIAGGIO IN VESPA

Prologo

All'inizio dell'Agosto 2007, la mia Vespa è finalmente funzionante, così si può pensare alla sua inaugurazione attraverso una breve vacanza condivisa con un ristretto gruppo di amici vespisti: Lorenzo, Filippo e Silvia.
Approfitto del viaggio per ultimare i 1.000 Km di rodaggio necessari per rendere affidabile il motore appena rifatto in toto, cosa che limiterà la velocità massima della comitiva a circa 50 Km/h. Lorenzo è il proprietario di una Vespa 50 R del 1978, appartenuta precedentemente allo zio ed al nonno, ferma da parecchi anni in un garage di Varazze; trasportata in Piemonte in auto da Lorenzo e dal sottoscritto, e sommariamente controllata dal nostro meccanico di fiducia (esperto vespista), viene rimessa in strada, pronta ad affrontare il nostro viaggio seppur con alcune perplessità da parte di Lorenzo stesso. Molti anni addietro il motore della suddetta Vespa fu leggermente maggiorato, in modo tale da farle raggiunere anche i 60 Km/h (in leggera discesa e con vento a favore!).


Vespa in macchina

La Vespa di Lorenzo nel bagagliaio della macchina


Filippo possiede una Vespa 125 PX del 1979 acquistata qualche anno fa, già restaurata, da un suo amico, e che offre a nostro parere maggiori garanzie sulla strada essendo abbondantemente collaudata e potendo anche raggiungere velocià più elevate.
Silvia non dispone di un suo mezzo, ma partecipa volentieri e coraggiosamente alla nostra avventura, raggiungendoci però, per motivi di lavoro, a metà settimana.


13/08/2007 Piverone-Varazze: 215 Km

Cartina 1° giorno

L'appuntamento per la partenza è fissato per le 10 nella piazza del paese; la giornata è calda e soleggiata, offrendoci così le garanzie di trascorrere almeno la prima giornata senza pioggia. Filippo, Lorenzo ed io abbiamo già sistemato sui portapacchi tutti i bagagli necessari per il viaggio e per la permanenza in campeggio. Partiamo con l'obiettivo di arrivare prima di sera a Varazze, in una casetta di proprietà della famiglia di Lorenzo (tutta originaria della Liguria).
Scegliamo di comune accordo di raggiungere la Liguria passando da Chivasso, Asti, Acqui Terme. Purtroppo dopo soli 40 Km di viaggio la Vespa di Lorenzo si ferma senza più dare segni di vita. Siamo all'inizio di Chivasso, cittadina della provincia di Torino, che ovviamente il lunedì della settimana di Ferragosto presenta negozi e officine irrimediabilmente chiusi. La speranza di trovare un aiuto in un vicino centro Harley Davidson svanisce nel nulla quando constatiamo che le persone lì presenti non sono meccanici. Girovaghiamo ancora un po' alla ricerca di un centro Piaggio che finalmente troviamo...chiuso per ferie!
E' ormai trascorsa più di un'ora, così ritorniamo nel piazzale dove abbiamo lasciato la Vespa morente, e proviamo nuovamente e ripetutamente a rimetterla in vita: il volano, che prima pareva bloccato, ricomincia ora (non si sa per quale motivo) a girare, e con una pulitina alla candela e una decina di "spedivellate" la Vespa riparte. A tutt'oggi non abbiamo ancora scoperto la causa del guasto e tanto meno la dinamica della sua riparazione.
Di nuovo in strada, viaggiamo senza soste fino ad un anonimo gruppo di edifici distanti una ventina di chilometri da Asti, luogo ideale per la prima di una lunga serie di soste, che da quel momento in avanti verranno rinominate come "pause-culo" a causa dei dolori a quest'ultimo dovute alle non poche vibrazioni dei nostri mezzi di trasporto. A causa del precedente imprevisto abbiamo accumulato un certo ritardo: si sono fatte le 13, così ne approfittiamo per rifocillarci con panini portati da casa. Il luogo scelto per la sosta sembra fuori dal mondo: un bar che ha l'aria di non aver mai aperto negli ultimi anni, un'automobile ogni mezz'ora e qualche casolare apparentemente disabitato; ci chiediamo infatti a chi si rivolgano i manifesti di varie sagre paesane che sono affissi in ogni dove.


Sosta pranzo

Sosta per il pranzo


Dopo un'oretta circa riprendiamo la marcia in direzione Asti. Tutto procede tranquillamente, ma alla fine di una lunga discesa la piccola 50 di Lorenzo si ferma nuovamente. Ci guardiamo preoccupati e con sguardi attoniti: il viaggio è ancora lungo e noi ci ritroviamo in mezzo al nulla. Dopo pochi istanti però Lorenzo, chino sulla Vespa alla ricerca del guasto, si alza sorridente: si è semplicemente dimenticato di riaprire il rubinetto della benzina! Due pedalate è il gioiellino torna a ronzare come solo una Vespa sa fare.


Sosta ad Asti

Sosta ad Asti


Ripartiamo di volata e in "breve" tempo raggiungiamo Asti: la nostra scelta di partire il lunedì di Ferragosto si rivela ancora una volta un infelice errore, in quanto la sete ci prosciuga e i bar, come anche gran parte dei distributori di benzina, sono chiusi. Finalmente troviamo un benzinaio aperto, all'interno di una grossa rotatoria, e ne approfittiamo per l'ennesima "pausa-culo", oltre a rifornire le nostre Vespe con abbondante miscela al 2%.


Sosta nel Monferrato

Sosta da qualche parte nel Monferrato


Di nuovo in marcia il viaggio procede senza ulteriori soste sino a Canelli, importante centro vinicolo del Piemonte, dove troviamo un bar aperto, presso il quale ci fermiamo a bere qualcosa di fresco al riparo dal solleone agostano. Intanto scambiamo due chiacchiere con alcuni anziani del luogo, interessati ai nostri mezzi e alla nostra avventura, che ricorda loro i bei tempi passati. Dopo aver ricevuto qualche utile dritta circa la strada più breve per raggiungere Acqui Terme, nostra prossima tappa, ripartiamo senza più fermarci: il tempo stringe, e pur avendo una cartina sotto mano, non riusciamo a quantificare con precisione il tempo necessario per raggiungere Varazze.
Sono circa le 17 quando giungiamo ad Acqui Terme, cittadina termale del basso Piemonte. Chiedendo informazioni ad una passante, possiamo constatare che l'accento locale è molto più simile a quello ligure rispetto a quello piemontese; ci viene detto che, nostro malgrado, Varazze è ancora distante perchè dovendo passare l'appennino ligure, la strada si caratterizza di curve, tornanti e lunghe salite. Inizia ora la parte più dura del nostro viaggio: siamo sfiniti ma soprattutto ci sentiamo persi tra le montagne, in quanto fino a Sassello non incontreremo altri paesi. Temiamo per la salute dei nostri motori, che a causa delle salite potrebbero surriscaldarsi e lasciarci quindi a piedi proprio dove l'uomo sembra non aver voluto stabilirsi. Tutti e tre teniamo costantemente lo sguardo vigile per non lasciarci sfuggire eventuali officine della zona (anche se sicuramente le avremmo trovate chiuse...).
Proseguendo, le condizioni di viaggio peggiorano, perchè cala il sole, sale la nebbia e con essa il freddo e l'umidità, dunque speriamo solo di giungere a Sassello (primo barlume di civiltà prima di Varazze) nel più breve tempo possibile.
Sono passate ormai le 18 quando varchiamo le porte di Sassello, ma non ci fermiamo neppure per l'assaggio della specialità locale: i famosi amaretti. Ora possiamo dirci abbastanza tranquilli, perchè inizia la discesa e, soprattutto, Lorenzo conosce la strada.
Dopo uno dei tanti tornanti la mia cara VNB6 scende di giri e inizia a borbottare: la sfortuna sembra colpire anche la mia Vespa, ma dopo aver fatto mente locale, ruoto tempestivamente il rubinetto della benzina sulla posizione della riserva senza nemmeno fermarmi: la "ciospa" torna nuovamente a cantare, quindi il problema è solo la mancanza di carburante nel serbatoio; urge però trovare un distributore al più presto.
Effettiamo l'ultima sosta rifornimento della giornata in prossimità del Passo del Giovo, noto perchè spesso, dopo averlo varcato, cambiano drasticamente le condizioni meteorologiche. La legge di Murphy non si smentisce mai, nemmeno in questa occasione: il tempo infatti inizia a peggiorare proporzionalmente alla vicinanza al Mar Ligure.
Da qui in avanti Filippo e Lorenzo approfittano della discesa e della conoscenza della strada da parte di quest'ultimo per affrettare il passo, lasciandomi a volte indietro vista la mia impossibilità di superare i 50 Km/h. Varazze non sembra più essere un'utopia, mancano infatti solo pochi chilometri. Poco dopo le 19 superiamo Stella, conglomerato di cinque frazioni, luogo natale dell'ex Presidente della Repubblica Pertini, per giungere trionfanti, una decina di minuti dopo, a Pero, piccola frazione del comune di Varazze, dove vivono numerosi parenti di Lorenzo, e dove è situata la casetta in cui ci stabiliremo per i prossimi tre giorni giorni.
Sistemiamo i nostri pochi bagagli nella casa che io conosco ormai bene, essendo la terza estate che vi organizziamo una vacanza tra amici. Facciamo un rapido saluto ai nonni e agli zii di Lorenzo, che abitano lì vicino. Una sorpresa per loro, in quanto non erano a conoscenza nè del nostro arrivo, nè del mezzo di trasporto adoperato: la Vespa di Lorenzo è tornata a casa. La mia VNB6 riscuote molti consensi, soprattutto dallo zio Marco, anch'egli possessore di una Vespa 150 PX (nonchè primo proprietario del cinquantino di Lorenzo) oltre che di una vecchia Lambretta, abbandonata provvisoriamente (da almeno 5 anni!) in attesa di restauro (anche se nessuno dei presenti se lo aspetta in tempi brevi) nel piccolo garage della casa dove ci siamo stabiliti; io e Lorenzo siamo puristi, e cerchiamo scherzosamente e vanamente di indurlo a venderla ed impiegare il ricavato nell'acquisto di una ben più bella Vespa.
Si è fatto davvero tardi, i nostri stomaci reclamano, e ci tocca fare l'ultimo spostamento della giornata per raggiungere il centro di Varazze alla ricerca di un posto economico per mangiare. Troviamo un simpatico ristorante-pizzeria, dove entriamo con l'idea di mangiare una semplice pizza, ma ci ritroviamo davanti a branzini al forno con patate, spaghetti allo scoglio e un delizioso primo ligure a base di pesce e pinoli. Satolli e soddisfatti della scelta, ci rimettiamo in sella alle Vespe senza nemmeno l'idea di fare due passi, vista la notevole stanchezza accumulata nel corso del lungo viaggio e l'instabilità del tempo.
Appurata la mancanza di spazio nel garage, e l'inzio di una leggera pioggerellina estiva, adottiamo un semplice ma efficace stratagemma per riparare le nostre Care dall'acqua: le sistemiamo di fronte alla finestra dei vicini, coperte dal teli impermeabili fissati con garbugli di elastici il cui fine primario era quello di tenere fissati i bagagli sui portapacchi.
Toccato finalmente il letto ci addormentiamo senza problemi, godendoci il meritato riposo.


Vespe parcheggiate

Le Vespe al riparo dalla pioggia durante la notte


14-15/08/2007 Varazze

I due giorni successivi all'arrivo a Varazze sono di totale riposo, principalmente a causa delle cattive condizioni meteorologiche: una leggera pioggerellina ci impedisce di recarci in spiaggia, e fa passare a tutti e tre la voglia di fare qualsiasi cosa.
Ritorniamo in sella alle Vespe solo per recarci al supermercato, mentre per il resto del tempo rimaniamo in casa a poltrire. Approfitto della situazione per divorare due libri di Andrea Camilleri e ascoltare un po' di musica con l'IPod. Per passare un po' il tempo ci riduciamo perfino a piazzare nel torrente davanti casa una ventina di calamenti, con l'intenzione di pescare qualcosa durante la notte; prenderemo un cavedano di un paio d'etti che finirà prima in padella e poi, dopo pochi minuti, nella spazzatura... A Ferragosto ci raggiunge Silvia, accompagnata a Varazze dai genitori: d'ora in avanti viaggerà sul PX con Filippo.
Visto un leggero miglioramento del tempo prefissiamo per l'indomani di passare la giornata ad Alassio, cittadina turistica della Liguria di Ponente, dove sta passando le vacanze una nostra amica di Piverone.

16/08/2007 Varazze-Alassio-Varazze: 130 Km

Cartina 4° giorno

Impostiamo la sveglia per le 8, in modo da poter partire con calma verso Alassio. Il tempo non è dei migliori, ma almeno non piove; a causa però dell'alto tasso di umidità della zona partiamo tutti e quattro con addosso un K-way.
Raggiunto il centro di Varazze prendiamo l'Aurelia, la statale che oggi collega Roma con la Francia, in direzione di quest'ultima. La giornata pare migliorare dal punto di vista meteorologico, in quanto il sole inizia a scaldare; la strada è molto bella, poichè affianca sempre il mare sulla sinistra, mentre sulla destra si affacciano i paesini ai piedi delle colline. Peccato però che dopo una decina di chilometri le strade inizino a trafficarsi come non mai, sicuramente a causa dell'arrivo di turisti che approfittano del ponte di Ferragosto.
Inizia allora un'alternarsi di sorpassi delle macchine in coda con ritorni in corsia improvvisi, soprattutto a causa di altre moto provenienti dal senso contrario: non si guida più come tre giorni prima, spersi nel nulla, ora bisogna stare attenti ad ogni sorpasso e ad ogni svolta. La mia Vespa ha poco meno di un mese di vita (dal restauro ovviamente!), e non so se tengo più a lei o a me in caso di caduta!
Attraversiamo diverse località, tra cui Savona, una delle quattro province liguri, Bergeggi, piccolo paesino che si affaccia su un isolotto e Finale Ligure, sede degli stabilimenti Aeronautici della Piaggio. E' mezzogiorno circa, quando entriamo nel centro di Albenga (sono tutti uguali in questa porzione di costa!). E' l'occasione ideale per la consueta "pausa-culo", e ne approfittiamo per fermarci a bere e mangiare qualcosa in un bar all'ombra. Io e Lorenzo sperimentiamo una nuova tecnica antifurto per le nostre Vespe, legandole assieme tramite 2 catene; metodo poco efficace, pensiamo, ma almeno farà passare la voglia ai ladri di portarsele via!


Antifurto Vespe

Arcaico metodo antifurto per le nostre Vespe


Filippo e Silvia, circa un'ora dopo, continuano il viaggio verso Alassio (mancano ormai pochi chilometri), mentre Lorenzo ed io ci incontriamo con un amico in vacanza ad Albenga proprio in quel periodo. Dopo quasi due ore ripartiamo anche noi, dandoci appuntamento col resto della banda davanti ad uno stabilimento balneare del posto.
Anche per la nostra amica è una sorpresa vederci, in quanto non era stata avvisata; passiamo quindi tutti assieme il pomeriggio in spiaggia, anche se il vento freddino che si è alzato ci impedisce di fare un bagno (sembra proprio che il brutto tempo ci abbia aspettati!).
Alle 17 circa decidiamo di lasciare Alassio, perchè dobbiamo rifarci di nuovo più di 60 Km questa volta al contrario. Il traffico è intenso solo nei primi paesi sulla strada del ritorno, ma da Finale Ligure in poi diventa molto più scorrevole. Ovviamente avvicinandoci a Varazze le nuvole nere iniziano di nuovo a comparire, e tutti e quattro ci sentiamo come Fantozzi sotto la famosa nuvoletta...
Dopo una cena veloce andiamo tutti a dormire, stanchi dai 130 Km percorsi in giornata e in modo da poter riposare per il giorno seguente: lasceremo infatti Varazze per raggiungere in giornata Levanto, l'ultimo paese di una certa dimensione prima di La Spezia, dove campeggeremo per poter girare le Cinque Terre.


Lungo la costa

Lungo la costa


17/08/2007 Varazze-Levanto: 130 Km

Cartina 5° giorno

Sveglia presto, perchè ci aspetta nuovamente un lungo viaggio in giornata: dobbiamo raggiungere Levanto. Il tempo sembra essere tornato bello, quindi, dopo aver fissato i bagagli sulle Vespe, lasciamo Varazze.
Prima di raggiungere Genova attraversiamo alcune località, come Cogoleto, dove riceviamo complimenti da un ragazzo a bordo di uno scooter, Arenzano, infine Sestri Ponente; qui effettuiamo la consueta "pausa-culo" e facciamo miscela alle nostre Vespe. Ripartiamo poco dopo, anche perchè non sappiamo quanti chilometri disti ancora Levanto (abbiamo soltanto fatto alcune stime molto discutibili che risulteranno MOLTO imprecise).
Genova è il caos più totale: automobili, camion, moto scooter che si infilano in ogni buco per cercare di guadagnare qualche metro: decidiamo che qui è meglio non sorpassare in fila indiana, visti anche i notevoli bagagli trasportati da me e Filippo, che sbilanciano non poco la nostra andatura. Scegliamo di attraversare la città tramite la sopraelevata, una sorta di tangenziale (che forse non potremmo nemmeno percorrere vista la ridotta cilindrata dei nostri mezzi) posta ad un livello elevato rispetto alla sede stradale ordinaria, che congiunge due quartieri genovesi per un totale di 5 Km. Qui il caos si riduce, ma subentra un nuovo problema: automobili e camion ci sfrecciano a pochi metri di distanza a velocità pazzesche, creando scie d'aria di non poca potenza.
Finalmente raggiungiamo l'ultimo tratto di città, Genova Nervi: qui effettuiamo nuovamente una sosta in area di servizio. Riprendiamo il viaggio poco dopo, e attraversiamo paesi tra cui Recco, famoso per la focaccia, e Rapallo, graziosa cittadina, ma molto trafficato, tant'è che mi prende un fortissimo dolore alla mano sinistra a forza di tenere tirata la leva della frizione (solo a fine viaggio acquisirò il tipico "polso del vespista"!). Approfittiamo di uno spiazzo con vista del porto di Santa Margherita per una "pausa-culo" e per qualche fotografia.


Il porto di S. Margherita

Il porto di Santa Margherita Ligure


I vespisti

Foto di gruppo sul porto di Santa Margherita Ligure


Proseguiamo ininterrottamente fino a Chiavari, altra cittadina affacciata sul mare; è ormai ora di pranzo, allora decidiamo di inoltrarci dentro il centro alla ricerca di una focacceria. Ne troviamo una che promette bene, così ci sbafiamo focacce di ogni tipo: formaggi, cipolle e classiche. Silvia non resiste alla tentazione, così si reca in un "Dì per Dì" alla ricerca di alcune banane, che mangerà solo lei.
Vista l'ora e la strada percorsa fino ad adesso, possiamo appurare di essere a buon punto del viaggio, così allunghiamo un po' la sosta riposandoci all'ombra di alcune palme sul lungo mare. Ripartiamo circa due ore dopo, attraversando Lavagna e Sestri Levante. Da qui in avanti non ci saranno più paesi fino a Levanto; la strada ora non fiancheggia più la costa, in quanto per raggiungere la nostra meta è necessario attraversare il Passo del Bracco. Iniziano ora curve e tornanti in mezzo ai boschi, e anche qui vedremo dieci automobili a dir tanto. Effettuiamo qualche sosta per far raffreddare il motore alle Vespe, approfittandone per far riposare i fondoschiena.


panorama

Spersi nelle colline liguri


Finalmente inizia la discesa, e dopo mezz'ora circa varchiamo le porte di Levanto. Ora è necessario cercare immediatamente un campeggio dove poter piazzare le tende per le prossime due notti: non avremmo mai pensato che fosse un'impresa così ardua!
Giriamo 3 campeggi prima di riuscire a trovarne uno con 2 piazzole libere. Sono le 16 circa quando iniziamo a montare le tende nel camping "Pian di Picche": il campeggio è molto bello, e gli spiazzi che ci sono stati assegnati sono delimitati da tre file di alberi. Come vicini di tenda abbiamo dei tedeschi e una famiglia che scopriremo essere di Strambino, un paese vicino a Piverone da cui tra l'altro siamo passati nel viaggio di andata: il mondo è davvero piccolo!


Montaggio delle tende

Il montaggio delle tende


Terminato il montaggio delle tende decidiamo di riposarci un po', cercando di sopportare l'elevato calore formatosi in esse. Verso le 17.30 Filippo e Silvia si recano in spiaggia, ma il mare è particolarmente mosso, allora io e Lorenzo optiamo per un giro nel centro di Levanto; approfittiamo dell'occasione per acquistare una cartolina per il nostro fidato meccanico (è anche merito suo se siamo arrivati qui!) e per ricercare un buon posto per cenare.
Poichè la 50 di Lorenzo sembrava dare qualche problema di accensione, decidiamo di farle dare uno sguardo in un vicino centro Piaggio, dove troviamo un simpatico operaio che sostituisce la candela e lubrifica la manopola dell'acceleratore. Ci ritroviamo successivamente tutti e quattro al campeggio, per prepararci alla serata.


riposo in tenda

Disperati in tenda


Alle 20 circa torniamo nel centro di Levanto in Vespa, dirigendoci verso un ristorante-pizzeria già adocchiato da me e Lorenzo nel pomeriggio; partiamo ancora una volta con l'intenzione di mangiarci una pizza, ma di fronte al menu che ci viene presentato finiamo nuovamente di fronte ad ottimi piatti di pesce (Silvia a parte che è di gusti difficili mangerà una semplice pizza margherita): io prendo un branzino al sale e una pepata di cozze divisa con Filippo; quest'ultimo e Lorenzo degli spaghetti ai frutti di mare.


ritorno al campeggio

Ritorno al campeggio dopo cena


Sono le 23 passate quando rientriamo in campeggio e ci mettiamo a dormire: Lorenzo è poco attrezzato per la notte e passa (mi dirà poi) una nottata terribile.
Per il giorno seguente è prevista la gita presso le Cinque Terre.


18/08/2007 Levanto-Cinque Terre-Levanto: 40 Km

Cartina 6° giorno Cartina 6° giorno

Cartina 6° giorno

La sveglia suona presto anche questa mattina, perchè ci siamo prefissati di visitare tutti e cinque i paesini delle Cinque Terre in giornata: Monterosso al Mare, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore.
Monterosso dista solo 10 Km da Levanto, ma la strada è davvero tortuosa: dobbiamo prima risalire la collina, e poi ridiscenderla verso il mare attraverso stradine strette, ripide, abbastanza sconnesse e curvose.


Levanto vista dalla collina

Levanto vista dalla collina


Finalmente raggiungiamo il primo dei paesi delle Cinque Terre; dobbiamo lasciare le Vespe fuori dal paese, poichè questo, data la sua piccolezza, è visitabile esclusivamente a piedi: raggiunto il centro girulliamo senza una meta precisa tra i negozietti e ristoranti e i tipici sentieri della zona che sono a picco sul mare. Per fortuna la giornata è molto bella!


Parco nazionale delle Cinque Terre

Ingresso del parco nazionale delle Cinque Terre


Sopra Levanto

Sosta sopra Levanto


Una volta finita la visita di Monterosso riprendiamo le Vespe per raggiungere Vernazza. La mia Vespa sembra inizi ad avere un problema al cambio: durante il passaggio tra la seconda e la terza, questa pare dia dei vuoti, cosa infine non particolarmente grave, ma abbastanza fastidiosa; temo però che prima del ritorno a casa si rompa qualcosa...
Nel frattempo Lorenzo si accorge di aver quasi terminato la benzina, e, per nostra sorpresa, scopriamo che l'unico modo per fare rifornimento di carburante è tornare a Levanto! Di comune accordo prendiamo dunque la decisione di lasciare le Vespe al principio di Vernazza, di mangiarci un trancio di pizza e di proseguire la visita dei restanti 3 paesi tramite il treno che ferma in ognuno di essi.
Il successivo borgo è Corniglia, località che si differenzia dalle altre cinque per il fatto che sorge su un promontorio, un terrazzo marino, alto un centinaio di metri, che precipita ripidissimo ed inaccessibile verso il mare. Per raggingere il suo centro dobbiamo superare una serie di rampe di scale, 33 per l'esattezza, per un totale di 377 gradini!


Foto di gruppo sulle scale di Corniglia

Foto di gruppo sulle scale di Corniglia


Manarola e Riomaggione li visitiamo abbastanza velocemente, anche perchè il caldo inizia a farsi torrido e siamo abbastanza stanchi; riprendiamo dunque il treno per tornare a Vernazza dalle nostre Vespe.
Nel tardo pomeriggio rientriamo a Levanto, ma prima di tornare nel campeggio voglio mostrare il problema della mia VNB6 al meccanico del centro Piaggio: purtroppo lo troviamo chiuso, sicuramente per il fatto che è sabato pomeriggio; fa lo stesso, sopporterò questi vuoti del motore fastidiosi fino a casa.
Dopo una doccia al campeggio ci rechiamo verso il centro del paese, di nuovo alla ricerca di un posto dove poter mangiare: ristoranti e pizzerie sono affollatissimi, ma riusciamo a trovare un locale un po' fuori dove poterci saziare con spaghetti alle vongole. Qui parliamo del nostro viaggio al cameriere, che dovrebbe avere più o meno la nostra età. Si stupisce che siamo arrivati da Piverone a lì in Vespa, allora noi gli facciamo notare tutti i pregi di questo fantastico mezzo.
Decidiamo di andare subito a dormire, perchè l'indomani dovremo fare in una tirata unica Levanto-Piverone, tra l'altro più lunga della stranda di andata verso Varazze.


19/08/2007 Levanto-Piverone: 250 Km

Cartina 7° giorno

Ci svegliamo grazie alla sveglia alle 7.30: dobbiamo smontare le tende, riassemblare i bagagli e caricarli sui portapacchi. Alle 8.30 lasciamo il campeggio, dirigendoci verso il centro di Levanto.
Approfittiamo del fatto che le gomme delle Vespe sono ancora fredde a causa dei pochi chilometri percorsi per fermarci in area di servizio a controllare la loro pressione: le riportiamo un po' sopra le 2 atmosfere; facciamo anche miscela in modo da evitare soste inutili successivamente.


Mattino Mattino

Ultime foto alle tende prima dello smontaggio


Ripercorriamo la strada fatta due giorni prima, questa volta in direzione Genova, fino a Lavagna: da qui inizia la strada che ci porterà fino ad Alessandria. Le strade sono molto scorrevoli, ma meno belle rispetto alla strada fatta il primo giorno; queste sono infatti molto dritte, quindi il viaggio diventa abbastanza noioso.
I paesi attraversati non sono niente di speciale, forse perchè essendo domenica tutto è chiuso e c'è poca gente in giro. Ad un certo punto, lungo la strada che collega l'entroterra ligure col piemonte, incontriamo altri due vespisti in viaggio nel senso contrario, così ci scambiamo i saluti con una clacsonata.


Foto di gruppo prima di lasciare la costa ligure

Foto di gruppo prima di lasciare la costa ligure


La prima "sosta-culo" la effettuiamo all'altezza di Busalla, paese in provincia di Genova. Da qui in avanti la Vespa di Lorenzo pare inizi a perdere qualche colpo, pur continuando a funzionare abbastanza bene; io nel frattempo finisco i 1000 Km abbondanti di rodaggio sulla mia Vespa, quindi provo a tirarla un po' di più. Attraversiamo Ronco Scrivia, uno degli ultimi paesi liguri sulla nostra strada, fino ad entrare in Piemonte e fermarci per il pranzo ad Arquata Scrivia, già in provincia di Alessandria.
Posteggiamo le Vespe in un piazzale deserto, e troviamo un piccolo bar lì vicino che saccheggiamo di tutti i panini di cui era fornito. Il barista, vedendo che siamo solo di passaggio, ci chiede dove siamo diretti, così finiamo col parlare di Vespe: ci dice che in quel paese vengono organizzati molti raduni di Vespe, soprattutto perchè quella zona è ricca di appassionati e i Vespa Club dell'alessandrino sono molto attivi. Ritornando verso i nostri mezzi ci imbattiamo in un'officina che espone in bella mostra una decina di Vespe fantastiche: riconosciamo 3 o 4 GS di serie diverse, qualche faro basso e una Sprint Veloce, così, soprattutto io e Lorenzo, iniziamo a sbavare sulla vetrina.
Ripartiamo poco dopo sempre in direzione di Alessandria: attraversiamo prima Serravalle Scrivia, paese famoso per l'enorme outlet, per arrivare poi nel capoluogo stesso. Non entriamo nella città, ma prendiamo anche qui una strada che le gira attorno. Finalmente il paesaggio inizia a farsi più interessante man mano che ci avviciniamo all'area del Monferrato, ma purtroppo i lunghi rettilinei non ci abbandonano (il rettilineo è davvero una tortura...e approfitto della situazione per consigliare a tutti i vespisti e non questo libro: "IL RETTILINEO E' UNA TORTURA").
Entriamo a Casale Monferrato, bella cittadina e posto ideale per una "pausa-culo" e per fare un po' di miscela. Poco dopo riprendiamo il viaggio in direzione Vercelli: Lorenzo deve fare benzina (non l'ha fatta nella sosta precedente), così ci fermiamo dieci minuti presso un distributore. Vogliamo arrivare a casa, così ripartiamo subito; il vercellese è molto monotono, a causa della pianura e del susseguirsi delle risaie, tutte uguali, su entrambi i lati della strada.


Per strada

Ancora sulla strada del ritorno


Sono le 17 passate quando arriviamo a Santhià: ormai mancano solo una ventina di chilometri, e la strada è conosciuta da tutti e quattro, così provo a far cantare un po' la mia Vespa staccando di qualche centinaia di metri gli altri. Dopo poco mi accorgo però che i miei compagni non si vedono più: aspetto un attimo sul lato della strada, per poi tornare indietro. La 50 di Lorenzo sembra essere morta di nuovo, come a Chivasso sei giorni prima; effettuiamo dunque la solita e ormai abitudinaria pulizia della candela, lasciamo raffreddare un po' il motore e dopo un po' (a stento) la facciamo ripartire, sempre senza scoprire il motivo del guasto.


Vespa 50

La Vespa di Lorenzo che sembra chiedere pietà


Superiamo Santhià, Cavaglià (dove incontriamo in Vespa un amico della stessa scuola mia e di Lorenzo), Viverone, per arrivare infine esausti a casa, a Piverone. Ci fermiamo in piazza giusto i pochi minuti necessari per i saluti, e ognuno torna a casa sua, probabilmente a dormire fino al giorno dopo, finalmente in un letto degno di questo nome.

Per tutti e quattro questa vacanza è stata fantastica, anche perchè un po' fuori dal normale e molto improvvisata. E' stata altresì molto faticosa: ridendo e scherzando i chilometri percorsi sono giunti a 850, calcolando quelli del viaggio più quelli percorsi girando nelle città!! Considerando che la Vespa di Filippo non aveva mai compiuto lunghi percorsi, la mia è appena "rinata" e la povera 50 di Lorenzo ha vissuto parecchi anni in un garage, possiamo dirci pienamente soddisfatti dai nostri gioielli che non ci hanno (quasi) mai abbandonati.
Credo proprio che questa sarà la prima di una lunga serie di viaggi in sella alla Vespa, infatti io e Lorenzo stiamo già pensando a quella che sarà la vacanza estiva del 2008.



Ringrazio Lorenzo che mi ha aiutato a ripercorrere dopo mesi tutto il viaggio

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