Il 27 Aprile 2006 Piaggio ha celebrato il 60 anni dalla nascita della Vespa. La cerimonia si è svolta a Pontedera, nella sede del Museo Piaggio, vale a dire nel luogo privilegiato per la conservazione e promozione dei valori storici di un veicolo che ha rappresentato - e che soprattutto continua a rappresentare - uno straordinario risultato sia in termini di design, innovazione tecnica, sia di creatività , lavoro ed imprenditorialità.
Enrico Piaggio, quando nel 1946 aveva presentato al pubblico la prima Vespa, la 98cc, e ne aveva messo in vendita i primi 50 esemplari, aveva registrato - dicono le cronache - una risposta tutt'altro che entusiasmante da parte degli esperti. Eppure, senza esitazione, l'imprenditore decideva di mettere in produzione 2.500 Vespa! Fu una sfida coraggiosa, e una sfida vinta. Corradino D'Ascanio, l'ingegnere aeronautico inventore dell'elicottero, era stato chiamato a lavorare alacremente e a progettare sempre nuovi modelli: dopo la 98, nel 1949 nasce la Vespa 125, quindi la Vespa U, poi la Vespa GS, il "vespone", oltre ai numerosi e straordinari prototipi di veicoli da corsa e da regolarità. Nel 1952 l'azienda di Pontedera aveva già  aperto quattro licenziatarie estere per soddisfare la crescita richesta del veicolo, e nel 1956 erano state vendute un milione di Vespa distribuite in tutti i mercati del mondo. Erano anni intensi in un Paese ansioso di uscire dal dramma della distruzione bellica, quando la voglia di fare e la sfida al futuro rappresentano l'elemento vincente non solo per Piaggio, ma anche per altre imprese nazionali.
Vespa nasce con la caratteristica dell'originalità e si pone come un piccolo, utile e simpatico veicolo che sa interpretare i cambiamenti economici e sociali che vanno dalla ricostruzione, al periodo della grande crescita degli anni Cinquanta e Sessanta, dalle incertezze e difficoltà del decennio degli anni Settanta, al trionfo della società dei consumi di massa. Sono pochissimi i prodotti che abbiano saputo mantenere per così tanto tempo la capacità di penetrazione nel mercato: se succede è perchè quei prodotti esprimono valori capaci di superare qualsiasi barriera dovuta al cambiamento di mentalità , di utilizzo, di gusto, o - più banalmente - al superamento della funzionalità del prodotto. Vespa, più che resistere, ha saputo porsi come vera protagonista del cambiamento, soggetto interpretativo della dinamica del costume, dell'estetica, del linguaggio, della moda e della mentalità di uomini e donne, adulti e giovani, nel complesso divenire della società economica e civile.


Se questa è la storia che ha portato alla costruzione di oltre 17 milioni di Vespa nel tempo, in una delle crisi economiche e finanziarie più recenti Piaggio ha rischiato di soccombere e dunque di disperdere il patrimonio di innovazione e creatività testimoniata dall scooter più desiderato al mondo, e condivisa nella preduzione degli altri veicoli a due, tre e quattro ruote del gruppo Piaggio.
Non è accaduto l'irreparabile. Anzi, i mutamenti nel controllo dell'azienda e il nuovo management hanno rapidamente riportato alla luce quei valori provenienti dalla storia, il patrimonio di idee e competenze esistenti presso le donne e gli uomini che lavorano a Pontedera; li hanno saputi potenziare e rinnovare, imprimendo una nuova spinta al processo produttivo e, primo fra tutti, alla ripresa del filo della creatività, innovazione tecnologica, imprenditorialità e lavoro nella realizzazione di nuovi, rivoluzionari modelli che, oggi come sessant'anni fa, interpretano, quando non anticipano, le più moderne esigenze di mobilità e qualità della vita.

Roberto Colaninno
Presidente del Gruppo Piaggio


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